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19 ott 2011

Mi piacciono i ragazzi

E' un po' che avevo in mente di scrivere un post del genere. Un post che parlava di omosessualità. Perché mi trovo solo ora a scriverlo? Perché in fondo ho ancora paura, timore di dirlo apertamente. Non perché io me ne vergogni, non più, anzi, lo considero un punto a mio favore il fatto di averlo accettato, e di averne parlato con le persone più importanti della mia vita. E allora perché? Perché pensarci su prima di dirlo, perché essere titubanti su scrivere un post a riguardo? La risposta è scontata e semplice, ed è dura da ammettere perché vuol dire che ho ancora un bel po' di strada da fare: non è ancora una cosa che riesco a trattare normalmente, come un argomento sui pc, o un qualunque altro discorso. In fondo ho ancora paura delle reazioni delle altre persone, anche se sono consapevole di essere più forte e di essere pronto ad eventuali volta-faccia. Vorrei che fosse veramente una cosa normale, ma so che il non parlarne non mi aiuta in questo.
Mi va un po' di raccontare la mia esperienza, voglio condividere un po' di me, stavolta con parole chiare e discorsi coincisi. So da parecchio di provare maggiore attrazione verso i ragazzi, anche se è una cosa che non ho mai accettato durante la crescita, imputando i miei gusti alla fase di crescita. Ho avuto le mie storie con le ragazze, più o meno importanti, ma in fondo sapevo che stavo facendo del male a me stesso e a loro. Quindi boom, dopo aver trovato una persona fantastica a cui parlarne, seguendo i suoi consigli sono andato al centro d'ascolto. Okay, lo so, chi non c'è mai stato pensa che sia una cosa fuori dal mondo, per pazzi, per sfigati: lo pensavo anche io. Infatti prima di andarci ero titubante. Poi dopo il primo incontro con la signorina del centro, gentilissima, ho capito e ammesso a me stesso che per me l'omosessualità era un problema anche perché non ne volevo assolutamente parlare. Magari sarà capitato a molti altri, ma appena i miei amici, o i parenti, parlavano di gay, mi si rizzavano i peli delle gambe, mi agitavo, cercavo di non attrarre l'attenzione: mi nascondevo. Insomma, dopo un po' di incontri sono riuscito ad aprirmi, a trovare un'altra persona (in questo caso sconosciuta) oltre alla mia amica, che mi ascoltava e a cui non cambiava assolutamente su chi vertevano le mie fantasie amorose e sessuali. Quindi, diventato consapevole che il problema era il non averlo detto per anni e anni, ho trovato la forza (non so bene dove) e mi sono forzato a parlarne. Voglio marcare l'espressione "mi sono forzato", perché quando stai per dirlo alle persone c'è una parte di te che non vede l'ora di tirare fuori il rospo, ma al tempo stesso c'è un'altra parte, che ti ha fatto tacere per anni, che per proteggerti (crede che il non dirlo ti faccia bene, ma non è così) ti invoglia a tacere e a continuare a vivere come hai sempre vissuto. Bene, io mi sono forzato, e piano piano l'ho detto alle persone più importanti della mia vita, tra cui la mia famiglia. Dirlo in famiglia è stato, mamma mia. Mi vengono ancora i brividi su per la schiena.. Non nego che sia stata dura, anzi: è stata durissima. Tremavo, piangevo, perdevo moccio dal naso: una scena pietosa vista dal fuori. Però sono riuscito a dirlo: le reazioni, alcune con un po' di tempo, sono state tutte comprensive e ora è tutto tornato alla normalità. Dentro si è aperto un rubinetto, e quando ho incominciato a parlarne volevo sempre allargare la cerchia delle persone che lo sapevano. Qualche tempo fa ho deciso di cambiare anche lo stato "Mi piacciono" su Facebook e così molte persone credo l'abbiano saputo per via telematica. Magari la mia smania di volerlo dire è stata eccessiva, ma l'averlo nascosto dentro per anni e anni, mi ha portato poi a volermi liberare di questo macigno con le persone che conoscevo. Mi sentivo in dovere, proprio in dovere, con i miei amici.
Ora sono qua, consapevole che devo ancora affrontare delle prove con me stesso, perché voglio che sia realmente una cosa normale per me e per gli altri.
Credo che poi scriverò aneddoti passati e presenti su questa faccenda, magari possono servire a far riflettere un fantomatico lettore che passa per questi lidi.

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