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27 ott 2011

Relax take it easy

"Ma sei gay? Perché io non ho niente contro di loro, ma se avessi un figlio lo butterei fuori di casa" Io: "Ma stai scherzando." "No, solo che non posso farlo per legge."

Saran pure cazzate adolescenziali, ma ormai temo che siamo belli che cresciuti, e certe cose sono penetrate nelle persone. Io ho ovviamente risposto che non sono gay, cosa mi sarei dovuto aspettare? Non ce la faccio, mi prende un'ansia assurda che mi sale per le viscere, che mi mozza il fiato, che mi fa avere un casino in testa. Prima o poi riuscirò a tirare fuori le palle, e a dirlo senza problemi, intanto racconto le mie esperienze ad amici e a questo blog, un po' amico anche lui. Ma mi chiedo? Che cazzo di discorso è?
Serve un cambiamento ancora, finirà prima o poi? 

24 ott 2011

Can I change now?

Facebook, è tornato. Venerdì scorso è finita la pausa settimanale che mi ero preso dal social network. L'esperienza è stata positiva, e credo che i suoi effetti benefici si stiano facendo sentire, anche se tra qualche giorno sarà come prima, lo sento. Senza facebook non ho trascorso meno tempo al pc, anzi: mi sono visto un sacco di puntate di una serie televisiva su cui mi sono fissato, ho fatto cose e visitato siti che prima avevo sempre lasciato da parte, catturato dal grande polpettone facebookiano. Quindi, quali sono questi effetti benefici, se apparentemente sono stato lo stesso tempo connesso al web? Beh, prima di tutto, sono riuscito a pensare un po' alla mia vita (WTF!?). Senza essere ossessionato dalla necessità di accedere al mio profilo in attesa di succulenti notifiche, ho riflettuto sulla sensatezza o meno di quello che stavo facendo, e sui miei rapporti interpersonali. Mi sono accorto che, a differenza di quanto pensavo i primi giorni della pausa facebookiana, i rapporti con le persone mie amiche, e non, non si riducono, anzi si arricchiscono. Il non sapere niente su cosa facciano i tuoi amici e i tuoi conoscenti (o comunque il non essere continuamente aggiornati sui loro gusti e sui loro spostamenti), permette di gustare con più sincerità e maggiore curiosità gli incontri reali con le persone, e riesce a dare un taglio nuovo e nuova piacevolezza alle chiaccherate con persone che non vedi da tanto, per il semplice fatto che sai poco su di loro, e senti davvero la necessità di informarti a tu per tu sulla loro vita. E sono arrivato anche a pensare che le amicizie, più o meno importanti, non sono supportate (o comunque, non è una condizione necessaria sui cui basarle) da continui post, discussioni condivise, foto ecc.. che possono essere postate tra te e le persone in questioni: il bello è proprio il non vedere per tanto tempo alcune persone, e poi improvvisamente sentir parlare di loro, o incontrarle per caso, ed essere felici per la tua beata ignoranza.
Comunque da sabato notte sono tornato, nelle tue grinfie fameliche, ma per ora sto resistendo alla tua vortice di attrazioni che alimentano il mio ego (o forse proprio il mio ego mi ha portato a impormi e a distaccarmi? La storia della indie-aggine credo tormenterà la mia strada verso l'"adultità", per dirla come una compagna d'università). Riesco ancora a tenermi a debita distanza, accedo solo alcune volte (3 o 4, o anche 5 o 6, magari anche di più) per vedere se qualcuno mi cerca: ma la distanza che si è imposta tra me e facebook sarà colmata tra pochi giorni. Sarò sempre il solito fissato-tossicodipendente-facebook addicted, o qualcosa è cambiato?

20 ott 2011

Dead hearts


Un altro video da questo fantastico gruppo, che amo e che con il loro ultimo album (escludendo alcune canzoni) mi ha stregato.

Ho in mente diversi argomenti che vorrei trattare, spero di trovare le parole e il tempo per metterli per iscritto.

Guten nacht, se tu are reading me.

Stars, Dead Hearts

Tell me everything that happened,Tell me everything you saw.They had lights inside their eyes...They had lights inside their eyes...Did you see the closing window,Did you hear the slamming door?They moved forward and my heart died...They moved forward and my heart died...Please, please tell me what they looked like,Did they seem afraid of you?They were kids that I once knew...They were kids that I once knew...
I can say it, but you won't you believe me.You say you do, but you don't deceive me.It's hard to know they're out there,It's hard to know that you still care.I can say it, but you won't you believe me.You say you do, but you don't deceive me.Dead hearts are everywhere!Dead hearts are everywhere!
Did you touch them, did you hold them?Did they follow you to town?They make me feel I'm falling down...They make me feel I'm falling down...Was there one you saw too clearly,Did they seem too real to you?They were kids that I once knew...They were kids that I once knew...
I can say it, but you won't you believe me.You say you do, but you don't deceive me.It's hard to know they're out there,It's hard to know that you still care.I can say it, but you won't you believe me.You say you do, but you don't deceive me.Dead hearts are everywhere!Dead hearts are everywhere!
I can say it, but you won't you believe me.You say you do, but you don't deceive me.It's hard to know they're out there,It's hard to know that you still care.I can say it, but you won't you believe me.You say you do, but you don't deceive me.Dead hearts are everywhere!Dead hearts are everywhere!
They were kids that I once knew...They were kids that I once knew...Now they're all dead hearts to you...Now they're all dead hearts to you...They were kids that I once knew...They were kids that I once knew...Now they are all dead hearts to you...

19 ott 2011

Mi piacciono i ragazzi

E' un po' che avevo in mente di scrivere un post del genere. Un post che parlava di omosessualità. Perché mi trovo solo ora a scriverlo? Perché in fondo ho ancora paura, timore di dirlo apertamente. Non perché io me ne vergogni, non più, anzi, lo considero un punto a mio favore il fatto di averlo accettato, e di averne parlato con le persone più importanti della mia vita. E allora perché? Perché pensarci su prima di dirlo, perché essere titubanti su scrivere un post a riguardo? La risposta è scontata e semplice, ed è dura da ammettere perché vuol dire che ho ancora un bel po' di strada da fare: non è ancora una cosa che riesco a trattare normalmente, come un argomento sui pc, o un qualunque altro discorso. In fondo ho ancora paura delle reazioni delle altre persone, anche se sono consapevole di essere più forte e di essere pronto ad eventuali volta-faccia. Vorrei che fosse veramente una cosa normale, ma so che il non parlarne non mi aiuta in questo.
Mi va un po' di raccontare la mia esperienza, voglio condividere un po' di me, stavolta con parole chiare e discorsi coincisi. So da parecchio di provare maggiore attrazione verso i ragazzi, anche se è una cosa che non ho mai accettato durante la crescita, imputando i miei gusti alla fase di crescita. Ho avuto le mie storie con le ragazze, più o meno importanti, ma in fondo sapevo che stavo facendo del male a me stesso e a loro. Quindi boom, dopo aver trovato una persona fantastica a cui parlarne, seguendo i suoi consigli sono andato al centro d'ascolto. Okay, lo so, chi non c'è mai stato pensa che sia una cosa fuori dal mondo, per pazzi, per sfigati: lo pensavo anche io. Infatti prima di andarci ero titubante. Poi dopo il primo incontro con la signorina del centro, gentilissima, ho capito e ammesso a me stesso che per me l'omosessualità era un problema anche perché non ne volevo assolutamente parlare. Magari sarà capitato a molti altri, ma appena i miei amici, o i parenti, parlavano di gay, mi si rizzavano i peli delle gambe, mi agitavo, cercavo di non attrarre l'attenzione: mi nascondevo. Insomma, dopo un po' di incontri sono riuscito ad aprirmi, a trovare un'altra persona (in questo caso sconosciuta) oltre alla mia amica, che mi ascoltava e a cui non cambiava assolutamente su chi vertevano le mie fantasie amorose e sessuali. Quindi, diventato consapevole che il problema era il non averlo detto per anni e anni, ho trovato la forza (non so bene dove) e mi sono forzato a parlarne. Voglio marcare l'espressione "mi sono forzato", perché quando stai per dirlo alle persone c'è una parte di te che non vede l'ora di tirare fuori il rospo, ma al tempo stesso c'è un'altra parte, che ti ha fatto tacere per anni, che per proteggerti (crede che il non dirlo ti faccia bene, ma non è così) ti invoglia a tacere e a continuare a vivere come hai sempre vissuto. Bene, io mi sono forzato, e piano piano l'ho detto alle persone più importanti della mia vita, tra cui la mia famiglia. Dirlo in famiglia è stato, mamma mia. Mi vengono ancora i brividi su per la schiena.. Non nego che sia stata dura, anzi: è stata durissima. Tremavo, piangevo, perdevo moccio dal naso: una scena pietosa vista dal fuori. Però sono riuscito a dirlo: le reazioni, alcune con un po' di tempo, sono state tutte comprensive e ora è tutto tornato alla normalità. Dentro si è aperto un rubinetto, e quando ho incominciato a parlarne volevo sempre allargare la cerchia delle persone che lo sapevano. Qualche tempo fa ho deciso di cambiare anche lo stato "Mi piacciono" su Facebook e così molte persone credo l'abbiano saputo per via telematica. Magari la mia smania di volerlo dire è stata eccessiva, ma l'averlo nascosto dentro per anni e anni, mi ha portato poi a volermi liberare di questo macigno con le persone che conoscevo. Mi sentivo in dovere, proprio in dovere, con i miei amici.
Ora sono qua, consapevole che devo ancora affrontare delle prove con me stesso, perché voglio che sia realmente una cosa normale per me e per gli altri.
Credo che poi scriverò aneddoti passati e presenti su questa faccenda, magari possono servire a far riflettere un fantomatico lettore che passa per questi lidi.

17 ott 2011

Gambero rosso

Vecchio amico, perché sei così timido? Un soffice rumore risveglia le lacrime dal tuo pozzo. Una serie televisiva risveglia un sacco di buoni propositi in te: perché ogni cosa è sempre presente e perennemente assente? Mi chiedo come avrei reagito, a una notizia così. Siamo buone persone? Ho fatto veramente il possibile, ero realmente convinto di volerlo fare? A volte la noia prende il sopravvento, ingiallisce ogni buon proposito. Un insetto insegue le lettere sul mio schermo, le vuoi acchiappare. Sbagli, ricordi, un po' di musica. Bere un liquore amaro, bere una birra spiacevole, mangiare un capello nel piatto, finire spiaccicato contro il vetro, trasparente, mentre si è in volo. Tutte le volte le cose sono lì davanti, in attesa di essere viste, vogliono realmente essere viste. Il tuo ronzio lontano sempre richiamare la mia attenzione, e io sono sordo. Corri, vola avanti, svuota la vescica, ruota la caviglia, il piede scricchiola. Luce spenta, respiri da solo, sospiri assopiti, un libro accasciato sul pavimento quadrettato. Un tappeto volante lascia la foresta del tuo malessere, lascia per sempre il tuo sospiro. Uscire, ricucire, ripartire. Una guerra dei pensieri, fagocita il tuo disprezzo, mangia il tuo sale, succhia un po' di zucchero, lascia una tazza dietro di te. Un corvo scorre alto, sulla foto. Tu lo guardi, lontano sul tuo sedile. Pronto, porta in alto un fazzoletto di carne, lascialo appeso, che una nuvola lo trasformi in elettricità. Corrente dentro la testa, simulare un corto circuito. Un pigiama a palline, un po' di capelli bianchi, un corridoio buio, e una luce in fondo. Formare falsi corridoi, sembra essere un hobby. Vetrate che non si vedono, ma rompono tutto. Vorrei avere un assaggio di tutto quello. E' ora di pranzo. Canguri sul tuo schermo chiedono attenzione, accensione di navicelle S celesti e bianche, calendario sul 17 ottobre.
Continuiamo a saltare, tra gioie e dolori, tra latte e pastori, tra luci e gusti, tra bambini e anziani, tra lettere e sabbia, tra ruote e pavimenti, tra quadrati e equazioni, tra singulti e dolci prati ruvidi, in fondo tra un po' di rosso e un po' di rosa, fiori e farfalle morte. E anche tra colori e occhi scuri. Indossa gli occhiali, guardare le cose con un colore diverso come facevi qualche ora fa, spero di essere un crostaceo rosso, magari so anche quale.


Foto scattata a Marina di Vecchiano, l'altro giorno.

16 ott 2011

La cucina dell'arte

Girando sul web, senza una meta precisa, qualche tempo fa sono incappato in una foto che mi ha colpito, non so bene neanche io perché


Okay, io sono fissato con il cibo, e forse il vedere immagini di cibo mi esalta, non lo so. Fatto sta che questa immagine mi ha colpito, con il legno su cui la donna lavora, il pennello sulla tazza, le pentole attaccate sulla parete di dietro.. Tutta l'immagine riesce a trasferire dentro di me quel gusto, che non è tanto legato necessariamente al dolce preparato, quanto al modo in cui la donna lo sta preparando. L'immagine mi infonde luminosità, pulizia, odore di vecchio del libro della ricetta, del giro nel supermarket per acquistare i vari ingredienti per la preparazione. Non sono un esperto in fotografie, solo sento che questa immagine (così come altre nel sito di questo fotografo) mi piace tanto e mi mette voglia di prendere quelle pentole mai usate, magari tutte polverose, andare a svaligiare un supermercato e iniziare a sfornare dei piatti da poi mangiare subito dopo.

Uno dei motivi che mi affascina di più del vivere da solo, e per cui vorrei andare via di casa per un po', è la possibilità di poter cucinare da solo, senza che mia nonna e il resto della famiglia provveda a preparare i piatti anche per me. Forse, per come sono fatto, dopo 2 giorni sarei già stufo di mettermi la sera, dopo lo studio, a cucinare, però la cucina e il gusto dei cibi mi hanno sempre attratto. Un po' come dice il topino di Ratatouille, cioè il pensare a quanti tipi di sensazioni possono nascere dal gustare i cibi, magari mescolati tra loro: questa idea, che è densa di mille possibilità e prospettive, mi attira un sacco. 

In attesa (e con la speranza) di poter avere finalmente una cucina tutta mia, rivelerò il nome del tanto adorato fotografo: Sam Stowell. Altre sue succose e invitanti (e belle) fotografie sono visibili sul suo sito.

Buona notte.

Olympe de Gouges


DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELLA DONNA E DELLA CITTADINA
Uomo, sei capace d'essere giusto? È una donna che ti pone la domanda; tu non la priverai almeno di questo diritto. Dimmi? Chi ti ha concesso la suprema autorità di opprimere il mio sesso? La tua forza? Il tuo ingegno? Osserva il creatore nella sua saggezza; scorri la natura in tutta la sua grandezza, di cui tu sembri volerti raffrontare, e dammi, se hai il coraggio, l'esempio di questo tirannico potere. Risali agli animali, consulta gli elementi, studia i vegetali, getta infine uno sguardo su tutte le modificazioni della materia organizzata; e rendi a te l'evidenza quando te ne offro i mezzi; cerca, indaga e distingui, se puoi, i sessi nell'amministrazione della natura. Dappertutto tu li troverai confusi, dappertutto essi cooperano in un insieme armonioso a questo capolavoro immortale. Solo l'uomo s'è affastellato un principio di questa eccezione. Bizzarro, cieco, gonfio di scienza e degenerato, in questo secolo illuminato e di sagacia, nell'ignoranza più stupida, vuole comandare da despota su un sesso che ha ricevuto tutte le facoltà intellettuali; pretende di godere della rivoluzione, e reclama i suoi diritti all'uguaglianza, per non dire niente di più.

15 ott 2011

Missione Read a book, #2

"No, per un po' non sono più su facebook", perché?, "Eh, ci sto troppo tempo, appena accendo il pc accedo al profilo, ho deciso di starmene un po' lontano, per qualche tempo, per riacquisire un po' di autonomia", ma sarai scemo! "Lo so...".

Fino a qualche ora fa (non parliamo ancora di giorni) ero solito dire: Oh, ci sentiamo dopo su facebook. O comunque era automatico sentirci sulla chat, dove potevo parlare con le persone che volevo quando volevo. Una delle cose che forse mi mancano di più, è la chat, o i messaggi personali scambiati con gli amici. Facebook rende tutto molto automatico, scontato, ti avvicina agli altri, ti fa sentire meno solo, ti dà l'idea di essere sempre in costante contatto con amici e non solo. Invece ora ho chiamato un amico per mettermi d'accordo sul da farsi, sarò informato sul programma di stasera sul cellulare invece che nelle mega discussioni a più persone. La mia opinione sul programma serale verrà ricordata e presa in considerazione? 
Curiosità (e conseguente problema essenziale): mi avranno taggato in qualche post, immagini, video..?

I miss you, Facebook.

Musica del momento: 

The Wanted, Glad you came (che la truzzaggine sia in me)

14 ott 2011

Missione Read a book, #1

Ci siamo di nuovo: io che tento da distaccarmi da facebook. Questa mia folle e titanica impresa ho voluta intitolarla Read a book, in favore delle mie (nostre) letture serali che vanno a puttane a causa del troppo tempo passato a spiare profili, ad aggiornare la nostra bacheca con canzoni e immagine fighe.
Come è nata questa ennesima follia? Insieme ad una mia amica, sul mare, al tramonto, abbiamo deciso di non accedere più su facebook per una settimana. Per accettare questo patto mi ci è voluta un po', alla fine ho deciso di provare. Già il fatto che per me fosse molto difficile accettare l'accordo, segnala come il mio rapporto con il social network sia MALATO. E' come una droga, e mi manca. Eppure sono un ragazzo abbastanza razionale, o comunque che lo diventerà per forza per la scelta universitaria che ho preso (ingegneria), però senza facebook, senza il mio "giro virtuale serale e abituale", mi sento sperso, lontano da tutto e da tutti. Sono davanti al pc, con l'applicazione Mail aperta, in attesa di valanghe di email che spero mi arrivino come se fossero notifiche. Le notifiche: mi mancano. Lo spulciare i profili, mi manca. La chat, mi manca. Mi manca tutto. Ma che mi è venuto in mente eh?!

Rileggendo quello che ho scritto, mi rendo conto dell'assurdità di quello che sto provando e sentendo per la "mancanza" affettiva. Mio caro profilo, ti manco un po'? A me tanto, ma devo riuscire a cagarti di meno.

Canzone di ora:

Adele, Rumor has it

 

Il cd di questa incredibile voce sta spopolando nella mia famiglia: trovo mia mamma che come una pazza si mette a ballare.

13 ott 2011

Z

Stanchezza indecifrabile.
•Figura di merda ad algebra lineare
•Casini con la iOS5

Notte

10 ott 2011

Every breath you take

Qualche volta senti l'esigenza di chiudere un occhio per mascherare una voce, ma tutti portano delle cicatrici, dentro o fuori.




Scala & Kolacny Brothers, fanno venire i brividi. Vi consiglio un giro sul sito Scalachoir

Life is short. Eat dessert first.

IZABO Summer Shade




9 ott 2011

Ma pompea no.

Premessa ipotetica:

Accendere il computer, andare ad accendere l'acqua della doccia, ritirare subito la mano per paura di congelarsi per il ghiaccio che esce dall'erogatore d'acqua: dare un nome a cose di cui ignori totalmente il nome. Uscire dal bagno, digitare la password per computer, avviare Safari, chiudere un occhio, cercare quella canzone, ci siamo.

Più o meno quello che succede ogni sera, tutte le volte che affetti una mela avvolta in un pezzo di scottex davanti allo schermo invitante dell'ispiratore. Fare fuori un seme, sputare a terra un pezzo di sorriso, friggere il tuo cervello nel brodo delle tue insistenze, stupide idee che violano il tuo contegno, perdere il contegno. Sollevarsi da terra dopo aver respirato un po' di sale, mare dentro le mie unghie. Ruote di sudore arrostiscono il tuo libero mercato di buoni propositi: mangia di più, salta la merenda. Chiedi una fettadimelabelladura, chiudi il frigorifero, vaghi per casa alle 01.13 a cercare il piatto forte che renderà la tua serata finalmente migliore. Le lancette elettroniche fanno scorrere in silenzio il tempo dal tuo schermo che luccica, fuochi di calabroni sfamano il loro appetito sul puzzo del tuo corpo: casa invasa dalle mosche. M'han detto che una rondine non fa primavera, mi dicono di guardare avanti, davanti, oltre a ora. Pensare al futuro ben fissato, e voglio guardare e riuscire a vedere quella sicurezza di qui tutti parlano. Tonfo sul cesso, caduta di massi dal cielo, spostati un po' più in là, in attesa del prossimo paio di scarpe da poter distruggere, dritto fino alla formula matematica che dovrebbe darti felicità. Preparati a lottare la razionalità ingegneristica imposta, forse perché razionale lo sei sempre stato ma non vuoi dirlo su un'autostrada di facce familiari.

By Me

Ora:9ottobre2011

Porosità



Opache convinzioni strette dentro un calice vuoto, bicchiere pieno di fantasia alza i suoi riflessi al cielo, riflette dentro di te la sua chiarezza. Chiarisci i tuoi pensieri, schiarisci un po' la polvere dentro il sacchetto delle tue speranze, sputa su quella lancetta che cerca di andare avanti. Chiudi la porta, fai piano, la luce potrebbe entrare e sentirti. Come se volessi cercare una serratura per ogni chiave, come se volessi un telefono per ogni persona, una suoneria per ogni lamento, un libro per ogni sospiro, una soluzione ad ogni problema. Se facesse un po' più semplice il suo lavoro, forse sarebbe meglio? Resistere dentro una scorza opaca, riflettere su ogni granello di polvere, lasciar cadere mille bicchieri a terra. Rompere, frantumare ogni fermezza, fermare il tuo pensiero su un battito di ciglia, vedere dentro un pozzo un arcobaleno sbiadito, dormire dentro un tendone pieno di asciugamani. Fa freddo sotto la testa, fuori fa freddo e dormi. Usa la testa, amico, rompi un altro bicchiere, scalfisci la patina dura dentro la tua testa, estrai un pezzo di carta e metti per iscritto qualcosa che circola impazzito dentro quella canzone densa di parole. Fai pressione a terra, spacca un ramo, mangia gelato, accarezza un cane bello come il sole, fagocita quel monte, immobilizza un attimo, sprizza giallo da ogni poro. Porosità inaudita, lascia il tuo cervello in balia degli spifferi, provenienti da ogni parte. Aria nella mia testa, fumo e niente arrosto, fumo dentro la narici, puzza di bruciato, corri o sarai bruciato.

By Me, 


3ottobre2011